Lord Voldemort

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Lord Voldemort è un personaggio immaginario della serie di romanzi Harry Potter scritta da JK Rowling. Il suo vero nome è Tom Orvoloson Riddle, ed è il principale antagonista della saga, pur essendo fisicamente assente in tre dei suoi capitoli: Harry Potter e la camera dei segreti, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban e Harry Potter e il principe mezzosangue. In Harry Potter Voldemort è il più potente e temuto mago oscuro di tutti i tempi; vanta infatti molti seguaci, i Mangiamorte. Nel mondo magico di Harry Potter non esiste nessuno che non conosca Lord Voldemort, in quanto è ritenuto il mago più potente di tutti i tempi dopo Albus Silente. Secondo la trama, ha però perso i suoi poteri tentando di uccidere Harry Potter quando quest’ultimo aveva solo un anno: benché gli avesse scagliato l’incantesimo Avada Kedavra, questo gli è rimbalzato indietro riducendolo ad una sorta di “ombra pensante”. È stato nominato come il miglior antagonista di una serie letteraria e cinematografica. Tom Riddle, sin da bambino, mostra molti tratti unici, forte indipendenza, interesse per i tesori, vendicatività, inclinazione a rubare e mentire e sadismo. Tom, forse a causa di un’infanzia sofferta, non è in grado di provare altri sentimenti che non siano rabbia e odio e non è in grado di sperimentare felicità autentica, se non nella caricatura rappresentata dalla soddisfazione dei suoi istinti. Tom non sopporta di dover contare sugli altri; per questo, anche nel suo ingresso nel mondo magico, vuole provvedere a sé per quanto possibile. Un tratto interessante della personalità di Tom è l’ascendente che esercita sulle persone: di bell’aspetto e con modi raffinati, anche i professori di Hogwarts restano ammaliati dall’eleganza quasi aristocratica di questo ragazzo, oltre che dal suo enorme talento; solo Silente si rivela immune al fascino di Riddle. Col passare del tempo, tuttavia, Tom perde il suo alone fascinoso, complice di questo anche il progressivo sfigurarsi del corpo a causa degli Horcrux. A Hogwarts non si fa amici, ma ammiratori. Tesse rapporti con più persone possibili le quali, convinti di aver ottenuto la sua amicizia, in futuro diventeranno i primi Mangiamorte. Silente, tra le sue “lezioni” su Voldemort, si sofferma su un punto nodale: molti Mangiamorte sono convinti, a torto, di capire, di essere in sintonia col Signore Oscuro, di conoscerne l’anima e di avere il suo affetto e la sua fiducia. JK Rowling ha spiegato che l’incapacità di Voldemort di amare deriva dal fatto che fu concepito mentre suo padre era sotto l’effetto di un filtro d’amore, che produce solo una finta infatuazione. Un fattore molto oscuro della personalità di Tom è il suo odio per i Nati-Babbani. Normalmente, infatti, questo odio si sviluppa in maghi che sono cresciuti, sin dalla tenera età, a contatto con maghi che a loro volta portano avanti lo stereotipo della superiorità dei purosangue. Non essendo Tom un purosangue, sembra che l’odio per i nati-babbani discenda direttamente da Salazar Serpeverde, trasmesso immancabilmente per generazioni fino al nonno Orvoloson e, infine, a lui. Tale odio è stato verosimilmente alimentato dalla scoperta che il padre Babbano aveva abbandonato Merope -e lui di conseguenza- e ne aveva provocato la morte. La frase prima citata dimostra quanto sia terribile il suo disprezzo dei Nati-Babbani, che ritiene addirittura “un cancro che infetta” i maghi. Tom, come tutti i maghi credenti nella Purezza di Sangue, non comprende che tutti i maghi sono pari, e che se alcuni non si “accoppiassero” con i Babbani si estinguerebbero sempre di più. Questa sua ignoranza lo porta ad uccidere, in Harry Potter e i Doni della Morte, la professoressa Charity Burbage, insegnante di Babbanologia ad Hogwarts, che aveva scritto sulla Gazzetta del Profeta che i Babbani sono dopotutto simili ai maghi e che vi si può convivere pacificamente e generarvi figli. Nonostante il suo potere, Tom prova una morbosa paura della morte e il suo più grande desiderio è raggiungere l’immortalità, cosa che ha cercato di ottenere attraverso la creazione degli Horcrux. In relazione a questo suo timore, Riddle prova paura anche dei morti stessi, tanto da trascurare, e forse perfino ignorare, il possesso della Pietra della Resurrezione, uno dei Doni della Morte posseduto dalla sua famiglia, che consente al possessore di portare i defunti a uno stato di semi-vita. JK Rowling ha affermato che il Molliccio di Voldemort assumerebbe la forma del suo cadavere. Tom è dotato di una straordinaria intelligenza, che emerge sin dai primi anni di età. Tuttavia la sua personalità genera gravi lacune, che nemmeno una tale intelligenza riesce a colmare. Tom è apparentemente freddo e calcolatore, ma non è in grado di impedire che la propria furia lo renda cieco. I due errori più gravi che commette sono causati proprio dalle sue mancanze:

  • L’aggressione di Harry e la conseguente perdita dei poteri sono causate da una totale ignoranza della sfera emotiva, dell’amore e di una larga parte della magia che ad esso si ancora.
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  • La morte dovuta al prevalere della bacchetta di Harry su quella di Sambuco è dovuta a un errore di calcolo inevitabile, visto che non poteva sapere che Draco aveva disarmato Silente prima che Piton lo uccidesse, e a sua volta Harry aveva disarmato Draco, ma anche a una cecità causata dalla follia che lo pervadeva in quel momento.
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    Harry era sfuggito alla morte ancora una volta, Bellatrix, la sua serva più fedele, era morta e nessuno dei suoi nemici cadeva sotto i colpi delle sue maledizioni, tutto questo era troppo persino per lui. La furia lo rende sordo alle parole di avvertimento di Harry e sempre la furia lo guida a scagliare la sua ultima maledizione, senza sapere che gli si sarebbe ritorta contro. Il suo più grande difetto è proprio l’arroganza, la presunzione che non esistano persone giuste e persone inique, ma che la differenza sia tra deboli e potenti; la stessa presunzione che lo porta a sottovalutare la sfera dei sentimenti.